15 luglio 2022. Il progetto di digital humanities e public history “Dalle carte le vite”, inaugurato dalla Fondazione 1563 nel 2019, si arricchisce di un nuovo percorso dedicato alla figura di Evelina Valabrega, internata a Villa Contarini Venier e deportata ad Auschwitz.

L’elemento architettonico più interessante di Villa Contarini Venier è la scala esterna: due rampe semicircolari che si raccordano appoggiandosi a un’arcata per raggiungere l’ingresso del palazzo settecentesco. Nobili veneziani, industriali, artisti, religiose hanno percorso nel tempo quei gradini. Il 17 luglio 1944 sono i passi dei 47 ebrei internati nella villa a scenderli per l’ultima volta. Tra di loro Evelina Valabrega e i suoi piccoli.

Nel dicembre 1943 l’edificio venne sequestrato dalla Repubblica di Salò e divenne un campo di concentramento per le province di Padova e Rovigo. Smantellato nel luglio 1944 con la deportazione di tutti gli ebrei presenti, trasferiti dai tedeschi su due camion prima a Padova, poi alla Risiera di San Sabba e infine a Auschwitz.

“Prima di partire gli hanno tolto tutto, anelli, soldi, orologi, tutto quello che avevano addosso. Anche i vestiti. Hanno detto che quello che avevano addosso bastava. Hanno fatto l’appello. E poi via con i camion”.

La ricerca e il racconto della vita su Evelina Valabrega sono a cura di Daniela Levi ed Eva Vitali Norsa. Gli altri racconti delle vite e delle storie di famiglie e delle comunità ebraiche piemontesi realizzati nell’ambito del progetto “Dalle carte le vite” sono online sul portale.

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