4 ottobre 2024. Si è tenuta ieri, negli spazi dell’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo, la presentazione del libro “La banca dei valori. Dal Monte di pietà a Intesa Sanpaolo”, del giornalista Francesco Antonioli, edito da Leo S. Olschki (Firenze), 2024.
Quali sono le intuizioni originarie dell’attenzione al sociale che ancora adesso ispirano l’attività di Intesa Sanpaolo? Qual è il filo ideale che ha portato il più grande istituto di credito italiano a essere oggi una “banca istituzione”, intenzionalmente orientata a un impatto civico e sociale della sua attività d’impresa?
Il percorso di ricerca del volume – ottavo della collana Quaderni dell’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo – prende le mosse da queste due domande: il lungo viaggio di un giornalista nella storia a partire dalla Torino del 1563, quando venne fondata la Compagnia di San Paolo e si adoperavano nelle città i primi Monti di pietà. Si tratta di un itinerario necessario e anche avvincente, finora mai intrapreso, per leggere la rotta di tutte quelle molteplici realtà che sono poi andate a fondersi nel 2007 grazie alle nozze tra Sanpaolo Imi e Banca Intesa.
All’evento, organizzato dalla Fondazione 1563, in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo e Intesa Sanpaolo, sono intervenuti Marco Gilli, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Gian Maria Gros-Pietro, presidente del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, Elsa Fornero, docente di Economia presso l’Università degli Studi di Torino, e Piero Gastaldo, presidente della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, moderati dalla giornalista Maria Latella; conclusioni a cura di Carlo Messina, consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, in collegamento da remoto.
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