Con l’avvento dello stato liberale, Vittorio Emanuele II restringe l’attività della Compagnia alle pratiche religiose, affidando il patrimonio e la gestione delle attività assistenziali e creditizie a un consiglio di nomina pubblica, che sviluppa l’attività bancaria attraverso il Monte di Pietà, divenuto nel corso degli anni una vera e propria banca, e il Credito Fondiario.